JAILHOUSE ROCK
Antonio Guiotto
Dario Lazzaretto
Emmanuele Panzarini
Dal 17 dicembre 2016 al 20 febbraio 2017, Palazzo Pretorio ospita la mostra “Jailhouse Rock: Antonio Guiotto, Dario Lazzaretto, Emmanuele Panzarini”, curata da Guido Bartorelli, che è anche curatore del catalogo edito da Cleup (www.cleup.it). L’esposizione è promossa dalla Fondazione Palazzo Pretorio Onlus, in collaborazione con il Dipartimento dei Beni culturali dell’Università degli Studi di Padova.
Dopo la mostra su Alberto Biasi e in attesa di quella su Bruno Munari – due grandi innovatori un tempo non pienamente compresi e oggi, finalmente, influentissimi – Palazzo Pretorio torna a occuparsi della sperimentazione più giovane con la mostra Jailhouse Rock. Antonio Guiotto, Dario Lazzaretto e Emmanuele Panzarini sono tra gli artisti più interessanti che da Padova si stanno facendo conoscere sulla scena internazionale. È decisamente opportuno che un’istituzione come Palazzo Pretorio li presenti al pubblico, facendosi sostenitore di quanto di meglio si sta affermando nel proprio territorio.
I tre hanno realizzato un progetto specifico per gli spazi di Palazzo Pretorio, in particolare per un’area tra le più affascinanti e allo stesso tempo trascurate. Si tratta delle prigioni risalenti probabilmente al Cinquecento, attestato della complessa vicenda di ridefinizioni d’uso che si sono susseguite nel corso della storia dell’edificio, sorto nel Trecento come residenza signorile. Dell’antica funzione carceraria rimangono in queste piccole stanze le sbarre alle finestre e le porte blindate, testimonianza suggestiva e impressionante, degna di figurare in un romanzo di Victor Hugo.
Tre di queste celle sono “sovvertite” dalle installazioni site-specific di Guiotto, Lazzaretto e Panzarini. Jailhouse Rock, titolo di una famosa canzone di Elvis Presley, sintetizza lo spirito dell’operazione, che ribalta il luogo della reclusione, dell’isolamento e dell’immobilità trasformandolo nel luogo della libertà dell’arte.
Si potranno interpretare i tre ambienti come portatori di un dinamismo immaginativo che non conosce barriere, ma che allo stesso tempo sa confrontarsi con la persistenza del passato, manifestando accenti nervosi, a volte ossessivi.
Gli interventi di Guiotto, Lazzaretto e Panzarini sono presentati rispettivamente da Nico Covre, Daniele Capra e Chiara Canali. Per la fine della mostra i testi di presentazione saranno raccolti in un catalogo edito da Cleup, assieme alle immagini dei lavori installati, all’introduzione del curatore Guido Bartorelli e all’approfondimento di Mariana Mendez Gallardo.
Il progetto grafico della mostra e del catalogo è di Multiplo (www.multiplo.biz).
INFORMAZIONI SUGLI ARTISTI
Antonio Guiotto (1978) vive e lavora in provincia di Padova. Oltre che all’arte, si dedica a sperimentare nel campo del design concettuale in un progetto denominato SA13.
Il lavoro interdisciplinare di Dario Lazzaretto (Padova, 1975) comporta una pratica e un approccio relazionale. Interessato agli aspetti sociali, politici e culturali della vita contemporanea, i suoi lavori spesso utilizzano l’elemento sonoro come principale veicolo di significato, pur mantenendo una componente visiva. Ha partecipato a numerosi programmi di residenza internazionali. Tra le sedi espositive che hanno proposto i suoi lavori rientrano musei e prestigiose istituzioni private in gran parte del mondo.
Emmanuele Panzarini nasce a Padova nel 1984. La sua ricerca artistica abbraccia la fotografia, la scultura, l’arte digitale e l’installazione, con un’attenzione particolare agli interventi site-specific. Ha esposto in diverse città, sia in Italia che all’estero, tra cui: Amburgo (DE), Ancona, Annecy (FR), Belfast (UK), Bologna, Como, Genova, Mantova, Marsiglia (FR), Milano, Padova, Roma, Salonicco (GR), Trieste, Verona, Vicenza e Vistabella (ES)